Prendiamo Virginia Woolf, o il caso struggente di Francis Scott Fitzgerald, o anche l’americanissimo non americano Saul Bellow, o quel Bret Easton Ellis che poco ha a che fare con la cupa dissoluzione fitzgeraldiana e ancora meno con l’aspro disincanto bellowiano... Eppure... Ecco dove può condurre la bulimica fame di gloria.
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La scrittura è la mia droga
Scrivere è una necessità talmente impellente da trasformarsi in qualcosa che sta in bilico tra vizio e tortura
Le lotte di Virginia «Non ce la faccio più»
«Se vedi una luce danzare sull’acqua» raccoglie una scelta di lettere che si scambiarono Woolf e la sorella Vanessa Bell. La borghesia londinese, l’arte, i riti e i viaggi, fino agli ultimi giorni... l’epistolario ci immerge in confini angusti e orizzonti sterminati. Per niente remoti o inattuali.
Richard Ford uno di famiglia
Alcuni scrittori invecchiano con noi. Sono nostri fratelli, amici d’infanzia. Lui, e con lui Frank Bascombe, hanno qualcosa di luminoso: sanno che non ci sono premi di consolazione
Kafka
Tre monumentali volumi di Reiner Stach indagano vita e opere del gigante boemo. Scrivere è tutto, il resto è solo pena
La pazza gioia sotto il terrore
I ricordi dell’autrice russa Nadežda Mandel’štam fanno rivivere l’opera e lo spirito del marito Osip, poeta vittima del regime sovietico. Ironia e leggerezza nel pensare alla morte
Lo strambo nasconde un segreto
L’individuo che indossa sempre un loden nero e strofina ogni giorno un tombino non è un ex agente dello spionaggio e neppure un criminale, come pensavamo noi ragazzi. Scrive poesie, ha tradotto «Le Baccanti». E la critica lo apprezza
Il marchio di Auschwitz segna Enea
Il critico Daniel Mendelsohn, esperto filologo classico, offre tra molte perle una rilettura del poema di Virgilio. L’ eroe troiano, ombroso e depresso, incarna per lui la figura del sopravvissuto a una tragedia immane «che può tirare avanti soltanto grazie a un innaturale sforzo di volontà»
E Volf diventa Willy: l’ebreo inquieto di Singer
Esce per la prima volta in Italia un breve, delizioso romanzo di Israel Joshua, fratello maggiore di Isaac Bashevis. Lo Stato di Israele non è ancora nato, ma questoeroe sembra possedere le caratteristiche tipiche del futuro cittadino israeliano
Il flaubertiano Truman Capote
Ha potuto contare su una biografia ricca di spunti, imprevisti, trame. Ha scritto capolavori epocali che stanno a una distanza siderale: «Colazione da Tiffany» e «A sangue freddo». Eppure ha affrontato forma e stile con una tale ferocia