Il più settecentesco autore dell’800: una letteratura che celebra la vita
Archivio articoli per autore, di: piperno - pagina 10
É meglio essere Coelho o è meglio essere Kafka?
A una certa età ci si può anche rilassare, ma un aspirante narratore può chiedersi se valga la pena scrivere romanzi così così che leggono tutti O capolavori assoluti che rimangono senza pubblico.
Un bel romanzo è come un cheeseburger
«Due o tre cose che ho capito della narrativa: i libri sono strumenti di piacere A Vladimir Nabokov il brivido estetico dava una scossa, a me fa venire l’acquolina»
L’astuto pudore del capolavoro.
Il sesso non è interessante, conta solo il sortilegio (almeno in letteratura). Ci sono tre modi per raccontare le avventure in camera da letto, non tutte auspicabili: la discrezione o l’omertà (Flaubert), l’esplicitezza (Lawrence), la via genitale (un diffuso fallimento). E poi c’è Nabokov
L’amore, ponte tra il tempo e l’eternità.
Scott Spencer fa propria la lezione di Shakespeare in un capolavoro del 1979, oggi riproposto da Sellerio. Al centro le vicende di David e Jade. Alessandro Piperno ne ha tratto un «manuale» in sei regole per una passione assoluta
Che fifa!
L’ipocondria ha stravolto i miei vent’anni nonostante i lucidi consigli di un veterinario
La droga dello scrittore.
La domanda è: lavoro o ispirazione? O piuttosto la domanda è: lavoro e ispirazione? L’operosità è la sostanza stupefacente per il narratore, come la concupiscenza per il libertino. Sul piano materiale la vita di un letterato può essere uno schifo, come quella di chiunque; sono le ore alla scrivania a illuderlo di poter cambiare il suo destino. Sta all’artista mettersi alle calcagna dell’illuminazione
Lo stile imperfetto.
Il carisma dello scrittore. Forse siamo tutti Shakespeare, ma alcuni lo sono più degli altri: ecco come si forma il carattere letterario. I segreti dei Queen, di Maradona e di Flaubert. La rivelazione: l’uso del plurale. E di un tempo verbale molto ardito
Il cardellino dei miracoli
Mi irritano i denigratori di best-seller. Forse perché dietro le quinte del disprezzo avverto gli squittii strozzati del risentimento.
Elogio dell’ipocrisia.
Tempi moderni e costumi eterni. Io sto con gli oncologi pietosi, gli avvocati ottimisti, le amanti soddisfatte. È davvero necessario che alle parole «ti amo» corrisponda un sentimento autentico e incorrotto?