Dal 4 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026, la Casa della Memoria di Milano ospita Ombra di tutti, mostra dell’artista Patrizio Raso, a cura di Marco Scotini e promossa dalla Fondazione Roberto Franceschi Onlus.
L’esposizione segna l’approdo di un percorso artistico e politico avviato nel 2020 intorno al Monumento a Roberto Franceschi: un maglio d’acciaio alto sette metri, installato nel 1977 in via Bocconi accanto al noto edificio di Giuseppe Pagano, nel punto in cui Franceschi fu colpito a morte dalla polizia il 23 gennaio 1973.
Opera centrale della mostra è la presentazione di un abito collettivo di grandi dimensioni, che è stato tessuto per cinque anni attraverso la partecipazione di una pluralità di soggetti. L’abito si propone come un’unica entità o uno stesso corpo sociale da cui emergono 21 capi che possono essere indossati liberamente da chiunque. Ha un carattere apertamente performativo e adattabile alle circostanze: nella sua funzione processionale può assumere l’aspetto del riparo temporaneo sotto cui raccogliersi e farsi gruppo. Ma soprattutto ha il carattere di un archivio vivente che riporta per strada chi vi ha dimostrato e chi vi è caduto.
La particolarità di questo abito/contro-monumento è che è stato intrecciato con oltre 150 abiti reali: indumenti che vanno dal montgomery originale di Roberto Franceschi alla t-shirt di Carlo Giuliani, dal foulard dell’anarchico Pinelli ai pantaloni di Gino Strada. Questi abiti sono stati donati da cittadini e cittadine, studenti, familiari di vittime civili, attivisti e associazioni. Ogni capo è portatore di una storia: memoria personale, legame affettivo, gesto politico. I tessuti sono stati raccolti attraverso un processo partecipativo cominciato il 26 settembre 2021 proprio davanti al Monumento a Roberto Franceschi, e proseguito in tutta Italia fino al 2025.
La forma dell’abito, la sua stessa “silhouette”, corrisponde alla proiezione dell’ombra del Monumento a Roberto Franceschi. Ma che cosa è l’ombra, se non l’attestazione di una presenza? Una presenza differita che rimanda soprattutto a coloro che quegli abiti li hanno indossati. Così, nel mese di giugno del 2021, Patrizio Raso e un ristretto numero di persone sono ai piedi del Monumento per “raccoglierne l’ombra”.
Dall’ombra del Monumento a Roberto Franceschi, con gli indumenti emergono storie e fatti che superano la vicenda del singolo. Un’ombra di tutti, per agire la memoria di un paese che ricorda, resiste e determina un presidio di giustizia e democrazia.
Alcuni abiti, lasciati parzialmente liberi dalla tessitura, mantengono la possibilità di essere indossati: da qui nasce l’idea di un “abito collettivo”, un corpo comune in movimento che, per essere trasportato, richiede il gesto condiviso di più persone.
Il progetto, che si è sviluppato con la collaborazione del gruppo Wurmkos di Sesto San Giovanni, è stato tessuto a partire dal 2024 a Monno in Valcamonica con l’artigiana Gina Melotti, secondo la tradizione del pezzotto. Le storie di resistenza, trasformazione e giustizia si sono fuse in un’unica trama, dando vita a un’opera corale che fa della memoria attiva una forma di resistenza.
Una sezione d’archivio della mostra presenta materiali storici della Fondazione Roberto Franceschi — volantini, manifesti, filmati e documenti — che raccontano la Milano degli anni Settanta, la storia di Roberto e la nascita del Monumento, anche grazie al contributo di Enzo Mari e della comunità artistica milanese.
Public Program
Durante il periodo espositivo, la mostra sarà accompagnata da incontri pubblici dedicati ai temi della memoria, della giustizia e della partecipazione civile:
I cordini della memoria: intrecciare giustizia e verità
Venerdì 5 dicembre 2025, ore 17.00 – 18.30
L’incontro nasce dal desiderio di intrecciare memoria, giustizia e arte attraverso le voci dei familiari delle vittime delle stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia e Bologna.
Intervengono Federico Sinicato e Paolo Dendena (Associazione Piazza Fontana 12 dicembre ’69), Claudia e Silvia Pinelli, Manlio Milani (Casa della Memoria di Brescia), Mario Capponi (Fondazione Clementina Calzari Trebeschi), Paolo Lambertini e Paolo Sacrati (Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980). Conduce Massimo Pisa (La Repubblica).
Archivi della disobbedienza
Martedì 16 dicembre 2025, ore 17.00 – 18.30
Un dialogo tra archivi critici e istituzionali per interrogarsi su come costruire e tramandare la memoria collettiva, le forme di resistenza e le pratiche di giustizia.
Intervengono Marco Scotini (curatore), Ilaria Moroni (Direttrice Archivio Flamigni), Debora Migliucci (Direttrice Archivio del Lavoro), Sara Zanisi (Direttrice Istituto Ferruccio Parri), Maria Fratelli (Direttrice Unità Progetti Speciali e Fabbrica del Vapore). Coordina Benedetta Tobagi, storica.
Colonialismo e immigrazione: storia, lingue e politiche del presente
Mercoledì 17 dicembre 2025, ore 17.00 – 18.30
Un confronto pubblico sul rapporto tra passato coloniale e presente migratorio in Italia, intrecciando prospettive storiche, linguistiche, economiche e politiche.
Intervengono Mari D’Agostino (Sociolinguista, Università di Palermo), Michele Colucci (Ricercatore CNR, Istituto di studi sulle società del Mediterraneo), Samuele Davide Molli (Ricercatore del Network Roberto Franceschi), Cecilia Gnocchi (Attivista, cofondatrice del progetto RAM Restauro Arte Memoria), Primo Minelli (Presidente ANPI Provinciale di Milano). Coordina Lorenza Ghidini, giornalista (Direttrice Radio Popolare).



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